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Sapete che intorno agli occhi girano varie figure professionali e il più delle volte si crea confusione tra le stesse…sarà colpa (sarà per questo che io non lo metto) del camice bianco?

Proviamo a fare chiarezza.

  • Oculista: l’oculista è un medico, ha conseguito la laurea in medicina e poi si è specializzato per altri tre anni in oftalmologia. E’ esperto in patologie oculari, attraverso una visita ha il compito di valutare le condizioni di salute degli occhi escludendo, diagnosticando o cercando di curare la patologia dalla quale il paziente è eventualmente affetto. L’oculista esegue un esame obiettivo della vista, attraverso prove diagnostiche e può fornire diverse indicazioni: prescrivere e somministrare farmaci, consigliare lenti con diottrie o indicare un trattamento di chirurgia refrattiva o intraoculare.
  • Ortottista: altra figura fondamentale per la visione, laureato, dopo un ciclo di studi di tre anni in ortottica; non è un medico, si dedica alla valutazione e alla riabilitazione dei disturbi della visione, ad esempio si occupa nello specifico dello strabismo e dell’ambliopia (occhio pigro). È in grado di determinare lo stato di salute e la funzione delle parti che compongono il sistema visivo, che svolgono una funzione accomodante (come la messa a fuoco delle immagini), quella senso-motoria e percettiva dell’occhio. Può affiancare (ma non sostituite) l’oculista.
  • Optometrista: si tratta di un ottico che ha conseguito un diploma in optometria (dopo 2 anni di studi), oppure che ha frequentato un corso universitario per conseguire la laurea in optometria. Un optometrista può prescrivere lenti per ogni tipo di ametropia.
  • Ottico: l’ottico invece ha la qualifica di “fabbricante e assemblatore di dispositivi medici su misura” è abilitato a misurare e vendere occhiali o lenti a contatto. Può prescrivere lenti per lievi miopie o presbiopie, approntare e vendere occhiali di qualunque tipo, ma non può diagnosticare una malattia, prescrivere farmaci, compresi i colliri a scopo diagnostico (es. gocce per la dilatazione pupillare).

Ma è solo questo il mio lavoro?

No, posso affermarlo con certezza, oggi essere ottico significa svolgere un lavoro delicato e importante. La salute delle persone e la loro qualità della vita dipende anche dai nostri consigli. Dobbiamo avere una certa predisposizione all’ascolto e alla comunicazione, dobbiamo saper comprendere con attenzione le problematiche dell’utente e porre domande al momento opportuno, visionare campionari, progettare e allestire le vetrine, studiare, programmare il calendario delle attività di marketing e tanto ma tanto altro.

Un ottico oggi deve continuare a rinnovarsi, adeguarsi ai cambiamenti, deve saper consigliare il cliente in base alla fisionomia del volto, considerare le tendenze del momento, il tipo di vita, le esigenze […]. Per raccontare un paio di occhiali l’ottico deve avere le competenze di un designer e la visibile attitudine all’innovazione […]”, parole queste ultime che ho ascoltato ieri sera guardando un video di un corso per ottici  svoltosi a Mido 2019.

E’ questo l’ottico del futuro?

Vedremo, certo è che non è consentito distrarsi.

 

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